Ruth St. Denis, pioniera della danza libera americana, vive se stessa come “un ritmico e impersonale strumento di rivelazione spirituale”: “il corpo si fa specchio dell’anima”, “strumento di comunicazione totale e profonda col divino, secondo quanto già Delsarte predicava, concependo l’arte e la preghiera come due aspetti di un’unica realtà.” Scrive la St. Denis: “La Danza è moto, che è vita, bellezza, che è amore, proporzione, che è forza. Danzare è vivere la vita nelle sue vibrazioni più sottili e più elevate, vivere in armonia, purezza, controllo. Danzare è sentire se stessi come parte del mondo cosmico, radicati nella realtà interiore dello spirito. La rivelazione della bellezza spirituale in termini di movimento è la progressione naturale e inevitabile della vita e dell’arte, e la parola Danzatore dovrebbe correttamente significare colui che esprime col gesto corporeo la gioia e la potenza del proprio essere.” Nel 1913 la St Denis incontra Ted Shawn, con il quale inizia un stretta collaborazione che li porta a fondare la Denishawn, scuola laboratorio per l’educazione al movimento e alla danza e nel contempo compagnia di danza moderna. Alla fine della guerra, la St Denis si dedica alla all’elaborazione di un sistema da ,lei chiamato Music Visualisation, definito dalla sua creatrice “la traslazione scientifica in azioni corporee del ritmo, della melodia e delle strutture della composizione musicale, senza intenzioni interpretative e rivelazione di nascosti significati da parte del danzatore.” L’attenzione capillare ad ogni elemento musicale la porta verso un tipo di danza più astratta e più connotata tecnicamente. Ted Shawn, ritenuto invece il vero “motore teorico” della scuola, crede nella danza come espressione universale del sentimento religioso dell’uomo. Tecniche e stili non sono rifiutate a priori, bensì devono essere utilizzate per formare in modo completo il danzatore, per affinare sempre più la sua sensibilità e rendere personale quanto acquisito. Partendo da elementi tecnici e formali tratti da Delsarte, Shawn ritiene che l’uomo è una realtà unitaria nelle sue manifestazioni espressive e il movimento un linguaggio primario e universale. Fissa i cosiddetti Foundamentals of Movements partendo dalle tripartizioni di Delsarte (intelletto, anima, vita; testa/collo, torso, addome/fianchi; parallelismo, opposizione, successione; ecc.) e dalle nove leggi della teoria dell’espressione. Decisive per gli sviluppi della danza moderna, saranno le “opposizioni”, dalle quali abbiamo i movimenti di shaking e di vibrating, scuotimento e vibrazione, efficaci per la comunicazioni di forti emozioni, e le “successioni”, movimenti strutturali della coreografia come la caduta ed il sollevamento, l’apertura e la chiusura, ecc. Inoltre, individua una serie di passi, posture, gesti strettamente connessi ad un’esperienza particolare che si traduce in spazio, ritmo e tempo. In questo modo, supera la visione della danza come portato emozionale di una concreta esperienza e di un vissuto effettivo, ponendo l’accento sulla natura simbolica del movimento. Riprendendo l’universo ideale di Delsarte, tenta di riportare l’espressione corporea alla sua origine divina dichiarandone anche la matrice archetipica.(a cura dell'ass.Dhyana)
Danza Libera Teatrale
mercoledì 28 settembre 2011
Ruth St. Denis
Ruth St. Denis, pioniera della danza libera americana, vive se stessa come “un ritmico e impersonale strumento di rivelazione spirituale”: “il corpo si fa specchio dell’anima”, “strumento di comunicazione totale e profonda col divino, secondo quanto già Delsarte predicava, concependo l’arte e la preghiera come due aspetti di un’unica realtà.” Scrive la St. Denis: “La Danza è moto, che è vita, bellezza, che è amore, proporzione, che è forza. Danzare è vivere la vita nelle sue vibrazioni più sottili e più elevate, vivere in armonia, purezza, controllo. Danzare è sentire se stessi come parte del mondo cosmico, radicati nella realtà interiore dello spirito. La rivelazione della bellezza spirituale in termini di movimento è la progressione naturale e inevitabile della vita e dell’arte, e la parola Danzatore dovrebbe correttamente significare colui che esprime col gesto corporeo la gioia e la potenza del proprio essere.” Nel 1913 la St Denis incontra Ted Shawn, con il quale inizia un stretta collaborazione che li porta a fondare la Denishawn, scuola laboratorio per l’educazione al movimento e alla danza e nel contempo compagnia di danza moderna. Alla fine della guerra, la St Denis si dedica alla all’elaborazione di un sistema da ,lei chiamato Music Visualisation, definito dalla sua creatrice “la traslazione scientifica in azioni corporee del ritmo, della melodia e delle strutture della composizione musicale, senza intenzioni interpretative e rivelazione di nascosti significati da parte del danzatore.” L’attenzione capillare ad ogni elemento musicale la porta verso un tipo di danza più astratta e più connotata tecnicamente. Ted Shawn, ritenuto invece il vero “motore teorico” della scuola, crede nella danza come espressione universale del sentimento religioso dell’uomo. Tecniche e stili non sono rifiutate a priori, bensì devono essere utilizzate per formare in modo completo il danzatore, per affinare sempre più la sua sensibilità e rendere personale quanto acquisito. Partendo da elementi tecnici e formali tratti da Delsarte, Shawn ritiene che l’uomo è una realtà unitaria nelle sue manifestazioni espressive e il movimento un linguaggio primario e universale. Fissa i cosiddetti Foundamentals of Movements partendo dalle tripartizioni di Delsarte (intelletto, anima, vita; testa/collo, torso, addome/fianchi; parallelismo, opposizione, successione; ecc.) e dalle nove leggi della teoria dell’espressione. Decisive per gli sviluppi della danza moderna, saranno le “opposizioni”, dalle quali abbiamo i movimenti di shaking e di vibrating, scuotimento e vibrazione, efficaci per la comunicazioni di forti emozioni, e le “successioni”, movimenti strutturali della coreografia come la caduta ed il sollevamento, l’apertura e la chiusura, ecc. Inoltre, individua una serie di passi, posture, gesti strettamente connessi ad un’esperienza particolare che si traduce in spazio, ritmo e tempo. In questo modo, supera la visione della danza come portato emozionale di una concreta esperienza e di un vissuto effettivo, ponendo l’accento sulla natura simbolica del movimento. Riprendendo l’universo ideale di Delsarte, tenta di riportare l’espressione corporea alla sua origine divina dichiarandone anche la matrice archetipica.(a cura dell'ass.Dhyana)
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